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EPISODIO N°154

Il pupazzo maledetto

E' sera nell'immensa villa dei Mendo dove vediamo Ryoko intenta a confezionare un piccolo pupazzo mentre Shutaro vede un film in compagnia di alcuni suoi polipi facendo vedere scene divertentissime. Quando si accorge che la sorella sta andando da lui subito fa credere di stare a leggere un libro e Ryoko senza perdere tempo gli dice che aveva costruito un pupazzo da maledizione proprio per lui ed infatti qualsiasi cosa si fà al feticcio, Shutaro la subisce in prima persona. La sciroccata Ryoko per resistere al desiderio di giocare troppo col pupazzo e fare del male al fratello decide di chiedere ad Ataru di custodirlo per lei ma senza dirgli cosa sia in realtà. Il liceale naturalmente accetta per farsi bello agli occhi della ragazza e se lo mette addosso come un ciondolo ma ovviamente nascosto dai vestiti. Il giorno dopo a scuola Shutaro è ovviamente molto nervoso perchè non sà dove la sorella ha messo il suo pupazzo fino a che, a forza di subire botte e scosse, si rende conto che lo ha Ataru ed allora inizia a proteggere l'odiato compagno da ogni possibile causa di male fisico attirando la gratitudine di Lamù e di Ataru stesso in scene davvero spassosissime. Molti degli incidenti dai quali Mendo salva Ataru sono causati poi da Ryoko che come sempre gode nel fare dispetti al fratello. Alla fine Ataru viene a sepere il motivo per cui il giovane rampollo si preoccupava tanto per lui e come predetto da quest'ultimo comincia a percuotere il feticcio per far male al compagno. Il giorno dopo per tutta risposta Shutaro si presenta in classe con il pupazzo di Ataru e i due finiscono per scontrarsi a suon di percosse ognuno al pupazzo dell'altro.

Curiosità sulla puntata

  • A fine puntata in classe possiamo vedere alcuni protagonisti di Maison Ikkoku come Kyoko, Godai, Mitaka, Akemi, Ichinose e Yotsuya.
  • La poesia che Mendo legge è l'epitaffio scritto dal poeta tedesco Rainer Maria Rilke per se stesso.
  • Quando i kuroko consegnano la bambola ad Ataru lui pronuncia la frase "Dopotutto, l'amore è come una battaglia, e non me ne pentirò mai". Questa è una parodia del film del 1971 arrivato da noi in Italia col titolo di Come sposare la compagna di banco e farla in barba alla maestra. Il film, diretto da Waris Hussein e scritto da Alan Parker, racconta la storia di due ragazzini che vogliono sposarsi. Più avanti nell'episodio, Mendo, tra le braccia di Ataru, pronuncia una frase analoga.

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