Molto
tempo fà sulle rive nel mar del Giappone viveva un pescatore di nome
Urashima conosciuto da tutti per la sua grande abilità sia con la canna
da pesca che con la rete. Un giorno tirando le reti sulla sua barca
pescò uno stupendo esemplare di tartaruga che probabilmente gli avrebbe
fatto guadagnare un bel pò di soldi in più rispetto ai soliti ricavi per la
vendita di pesce comune. Il buon Taro però era d'animo sensibile e tra
se e se pensò che non aveva il diritto di uccidere un animale che
sarebbe vissuto almeno altri 1000 anni così liberò la sua preziosa preda. Il peso dell'animale lo
stancò tanto da farlo sdraiare sul fondo della barca così poco dopo si
addormentò contento per la sua buona azione mentre le onde lo
cullavano. Al suo risveglio (ormai al tramonto), Taro si alzò
stropicciandosi gli occhi e sbalordito vide una bellissima ragazza
seduta nella sua barca. Aveva la pelle color della luna, i capelli color
del sole e gli occhi color del mare. Subito il ragazzo gli domandò chi
fosse e lei rispose dicendo di essere la figlia del dio del mare, che
viveva nel profondo degli abissi al palazo dei draghi insieme a suo
padre. La tartaruga che lui aveva risparmiato era in realtà lei stessa.
Il dio del mare infatti aveva trasformato sua figlia nel rettile marino
per fargli scoprire se Taro fosse d'animo buono in quanto la sua fama di
pescatore era giunta sino alle loro orecchie. La ragazza gli dice che
ora è sicura della sua bontà e che lui non avrebbe mai ucciso le creature del mare
"gratuitamente" se non per la propria sopravvivenza, così gli
annuncia felice che il padre vorrebbe che si sposassero e
vivessero per 1000 anni nel palazzo dei draghi al di là del profondo
mare azzurro. Urashima che amava l'avventura e si era innamorato a prima
vista di quella fanciulla, non se lo fece dire due volte. Così, preso
un remo ciascuno, i due giovani cominciarono a remare e il giorno dopo
alle prime luci dell'alba arrivarono nel regno dove il dio del mare
governava sui draghi sulle tartarughe e su tutti i pesci. Non appena
Urashima vide il palazzo del dio del mare illuminato dalle prime luci
del mattino gettò un grido di meraviglia. Le pareti erano di corallo,
gli alberi avevano smeraldi per foglie e rubini per frutti. I pesci che
guizzavano intorno avevano squame d'argento e i draghi avevano code
d'oro massiccio. Neanche nelle sue fantasie più sfrenate il giovane
pescatore avrebbe immaginato un luogo di così incommensurabile
bellezza. In più, visto che stava per sposare la figlia del dio, tutto
quello che vedeva sarebbe stato suo. La felicità era al settimo cielo.
Una volta celebrato lo sfarzoso matrimonio i due sposi
cominciarono la loro agiata vita in quel regno meravoglioso,
passeggiando tra i giardini di pietre preziose e ricevendo ogni giorno
le visite e gli omaggi delle tantissime creature del mare di cui erano
sovrani. Passarono tre anni di gioia e amore reciproco ma arrivò il
giorno in cui Urashima sentì fortemente la nostalgia del suo paese,
della sua casa e naturalmente della sua famiglia della quale non aveva
saputo più niente nonostante le continue domande fatte ai suoi sudditi.
Così Taro disse alla moglie del suo desiderio di tornare a casa per
vedere in che condizioni fossero i suoi cari, in quanto lui stesso con
la sua pesca era stato il più grande sostentamento della sua famigla ed
ora aveva paura che fossero caduti in povertà. Così promettendo ti
tornare presto a palazzo si apprestò a partire. La sua sposa triste per
la sua decisone sapeva però che non avrebbe potuto fermarlo, così si
rassegnò e gli donò una scatola magica per ricordarsi di lei durante
il suo viaggio ma gli intimò di non aprirla per nessuna ragione
altrimenti Urashima non sarebbe potuto tornare più da lei. Così detto
Taro prese la stessa barca con cui era venuto con la principessa la
prima volta e con la scatola magica si diresse verso la riva del
Giappone dove si trovava il suo paese. Quando finalmente giunge a
destinazione, ossi la riva da dove era partito a pescare ben tre anni
prima, quasi non riconosceva più niente dei posti dove era cresciuto e
dove aveva pescato fino a pochi anni prima. Di uguali c'erano solo le
montagne, il ruscello che passava vicino casa, ma gli alberi per esempio
erano tutti tagliati e non c'era traccia ne della sua casa ne del
villaggio. Preoccupato cominciò a seguire il torrente per trovare le
donne che erano solite lavarci i panni e chiedergli quindi spiegazioni
ma niente, nemmeno una all'orizzonte. Seduto a terra venne colto dalla
malinconia e tristezza e cominciò a piangere pensando alla sua amata
sposa quando vide venire verso di lui due uomini che non conosceva e
raccolto un pò di coraggio gli andò incontro per chiedergli dove fosse
ora la casa del pescatore Urashima che un tempo abitava questo luogo. A
questa domanda i due sconosciuti fecero una faccia sbalordita. -La casa
di Urashima ? - dissero - Ma se sono 400 anni che Urashima è annegato
mentre pescava e anche i suoi parenti , nipoti, e nipoti dei nipoti sono
morti da molto tempo ormai. Come potete ricordarvi di lui e
chiedere della sua casa ? Sono centinaia di anni che è caduta in rovina
ed adesso non restano neppure le pietre. - Taro si guardò
attorno smarrito con gli occhi lucidi di pianto e pensò che il
meraviglioso palazzo del dio del mare con tutte le sue magnificienze
appartenevano al mondo delle fate dove un giorno aveva la durata di un
anno e gli anni la durata di secoli. Capì che nulla ormai lo legava al
suo paese, visto che tutti i suoi cari e gli amici erano morti e che
Taro Urashima era solo una leggenda del luogo ormai. Adesso il desiderio
di tornare dalla sua amata sposa era più forte che mai ma non sapeva
come farvi ritorno in quanto si era dimenticato di chiederlo alla
principessa. Pensieroso si ricordò della scatola magica e la rimirò a
lungo pensado che probabilmente aprendola avrebbe trovato il segreto
per ritornare al palazzo del dio marino. Detto fatto, Urashima
aprì la scatola disobbedendo alla sua sposa. Da sotto il coperchio
prezioso uscì una specie di nuvola di fumo azzurro che si involò
rapida sull'oceano. Taro le gridò, gli corse appresso ma non c'era
niente da fare. Con le lacrime agli occhi pensò che ormai aveva perso
ogni possibilità di rivedere la sua sposa che lo aspettava nel palazzo
dei draghi dove era vissuto felice per tanti anni. Mentre correva dietro
alla nuvola ad un certo punto si sentì mancare le forze. Smise di
correre e di gridare. Improvvisamente i suoi capelli si fecero bianchi,
il suo viso si coprì di rughe profonde e la schiena gli si incurvò
come quella di un vecchio decrepito. Alla fine il suo respiro si fermò
e cadde riverso sulla spiaggia da dove era partito tanti anni prima
verso il paese dei sogni.
- CURIOSITA'
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- Diversa
versione
- Esiste
nella parte iniziale della storia una versione diversa, forse ancora
più famosa della storia originale dove Taro non pesca la tartaruga
ma la salva, mentre passeggiava sulla spiaggia, da un gruppo di
ragazzini prepotenti. Dopo questo la storia si evolve pressochè in
modo identico con la differenza che sarà la tartaruga stessa a
condurlo in groppa al palazzo del dio marino.
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- Gallery
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- Personaggio
ispirato in Uruseiyatsura : TARO URASHIMA e citazione leggenda
puntata "Festa di fine anno"
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film "Beautifull Dreamer"
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